Come parlare in pubblico – parte 2
La serie di articoli “Come parlare in pubblico” è un vero e proprio corso di public speaking in pillole.
Tutti i testi provengono dall’eccellente riassunto realizzato dalla piattaforma 4books (alla quale siamo solo abbonati ma non affiliati) per il libro “You Were Born to Speak” di Richard Newman.
02. Comunicare significa saper entrare in relazione con gli altri con uno scopo preciso: intervenire sul pensiero e sul comportamento dell’interlocutore
Essere efficaci significa centrare un risultato. Quando si tratta di comunicare efficacemente, la prima cosa che dobbiamo chiarire a noi stessi è: che cosa voglio che questa persona sappia? E poi: che cosa voglio che questa persona faccia? Saper rispondere a queste due domande è il primo passo per costruire una comunicazione utile. Per esempio, se si è a un colloquio di lavoro, ovviamente si vuole che, alla fine della conversazione, l’intervistatore sappia che si è il miglior candidato per quel ruolo. E si vuole che questa persona faccia una cosa ben precisa: assumerci. Per raggiungere questi due obiettivi, bisogna saper rispondere a una terza domanda: come voglio che questa persona si senta? Il segreto dei grandi comunicatori è farsi questa domanda e puntare a ottenere quel risultato per primo, perché influenzare le emozioni è la chiave per aprire tutte le altre porte.
Molti consigliano di “essere te stesso”, ma in realtà nella maggior parte dei casi è una pessima idea, perché tutti noi abbiamo accumulato nel corso della vita cattive abitudini e comportamenti sbagliati che impediscono di entrare in contatto correttamente con le persone. Comportarsi in un modo che ci sembra normale potrebbe essere un grave errore se non si è prima verificato che questa “normalità” sia davvero adatta e congruente con una comunicazione piena ed espressiva.
Per “comunicazione piena” si intende la capacità di veicolare informazioni e stabilire relazioni con tutti i canali disponibili, a partire da quello del linguaggio del corpo – troppe volte considerato un aspetto manipolatorio – che è il modo più profondo per connetterci con gli altri perché lo si fa senza l’uso delle parole, attingendo a una capacità innata e significativa. Quando parliamo di comunicazione congruente, poi, facciamo riferimento all’allineamento di significato tra le parole, il corpo e la voce, troppo spesso frustrato dal fatto che ci è richiesto di essere “professionali”, a volte fino al punto di diventare impersonali. Avete mai sentito aprire un discorso con la frase “sono felice di essere qui oggi” da un oratore serio e compìto come se fosse a un funerale? [continua…]